IL MODELLO EDUCATIVO-ASSISTENZIALE I.A.R.A.

Struttura e vantaggi del Modello I.A.R.A. della Dr.ssa Anna Maria Padovan

Il Modello I.A.R.A. permette di organizzare un’assistenza personalizzata sulla persona assistita. L’operatore mette al centro del suo interesse e della sua attenzione la persona della quale sa riconoscere eventuali capacità già presenti nel gestire la propria patologia. Inoltre, l’operatore mette a disposizione ulteriori competenze utili a far raggiungere l’autonomia a colui che si trova a vivere un momento di disagio fisico, emotivo e mentale.

Logo del Modello IARA

Vantaggi per l’assistito

L’obiettivo di questo nuovo approccio è portare la persona all’autonomia così da saper gestire la propria situazione e saper dare un significato diverso al vissuto della malattia. Le sinergie innescate dal Modello I.A.R.A. portano la persona assistita a raggiungere la fase di autonomia nella quale gestisce la propria malattia nel suo quotidiano attivando risorse e qualità personali che favoriscono un recupero accelerato.

Vantaggi per l’operatore

L’operatore attraverso la sua competenza tecnica, relazionale, educativa e gestionale, mette in opera un’assistenza mirata all’empowerment e riceve dall’assistito un riconoscimento personale importante che fa star bene anche l’operatore stesso. Inoltre il metodo permette all’operatore di interagire e di risparmiare tempi assistenziali.

La storia del Modello I.A.R.A.

Durante la sua attività lavorativa nel campo sanitario la Dr.ssa Anna Maria Padovan ha potuto osservare che più le persone erano consapevoli del loro iter terapeutico più gli esiti erano significativamente positivi. Risultava, quindi, necessario studiare il fenomeno.

Se nel settore chirurgico erano previsti degli incontri nel periodo preoperatorio le persone affrontavano l’esperienza della malattia in modo diverso manifestando cambiamenti significativi da un punto di vista sia soggettivo che oggettivo: minor ansia, minor dolore, minor complicanze post operatorie e maggior recupero funzionale.

Aggiungendo agli incontri anche l’uso di  esercizi di immaginazione creativa tramite le immagini, la persona interessata imparava a conoscere meglio il proprio corpo fisico, ad immaginare cosa sarebbe avvenuto durante l’intervento chirurgico e ad occuparsi, in prima persona, del suo recupero post chirurgico. Inoltre riuscire a far emergere eventuali memorie storiche, riferibili ad esperienze pregresse o vissuti familiari, favoriva la trasformazione del vissuto e la possibilità di utilizzare nuove emozioni, soprattutto positive.

Tramite esercizi di disegno consapevole, uno degli strumenti del Metodo, la Dr.ssa Padovan è riuscita a creare un clima di condivisione del piano terapeutico nel quale era più facile “ex ducere” quello che erano i pensieri e le emozioni dell’utente, ma ancor di più si realizzava un incontro tra un “Io” e un “Tu” utile a costruire insieme il percorso di cura favorendo l’empowerment dell’assistito.

Con il proseguire della sua formazione in campo psicologico la Dr.ssa Padovan ha voluto formalizzare questo suo modus operandi. Nasce quindi il Modello I.A.R.A strutturato in 4 fasi:
Incontro, Alleanza – aderenza, Responsabilità e Autonomia.

Le fasi del Metodo I.A.R.A.

Prima fase: Incontro con l’altro

In questa fase è importante che l’operatore abbia chiaro che per realizzare uno “spazio relazionale” è necessario scegliere un luogo armonico, silenzioso ed accogliente. La mente deve
essere focalizzata nel qui ed ora ed è necessario sviluppare una grande capacità di ascolto per poter accogliere l’altro, senza proiettare su di lui i propri preconcetti. L’operatore deve conoscere la patologia, i sintomi e i segni presenti sul corpo fisico dell’assistito, conoscere i quattro livelli dell’individuo e come interagiscono tra di loro e con sé stesso (aspettative, bisogni, desideri, impulsi).

Seconda fase: Alleanza-Aderenza

Fase strategica poiché mira alla realizzazione della partecipazione attiva nel percorso di cura. In questa fase la persona disegna condivide il proprio percepito per esteriorizzarlo. Nel rispetto dei tempi dell’altro, l’operatore aiuta la persona a trovare la soluzione al problema. Ciò può avvenire accompagnando la persona assistita ad utilizzare le qualità positive, le risorse e talenti presenti e utilizzando la parte sana presente. L’operatore, mantenendo un approccio empatico, propone alla persona assistita, l’utilizzo del l’immaginazione, della visualizzazione, e di esercizi di respirazione guidata. In questa fase la persona assistita, divenuta più consapevole, può esprimere la volontà di aderire al percorso di cura.

Terza fase: Responsabilità

Sia nell’operatore che nella persona assistita deve essere presente senso di responsabilità poiché entrambe partecipano al percorso di cura e ognuno mette in gioco le proprie competenze e potenzialità al fine di raggiungere obiettivi comuni. L’operatore in primis deve conoscere quale sia il livello che usa maggiormente la persona e assicurarsi che quanto insegnato sia semplice, chiaro e riproducibile in autonomia per garantire il sapere agito da parte della persona.

Quarta fase: la scelta consapevole – Autonomia

È in questa fase che avviene la comprensione dell’esperienza da parte della persona assistita, per questa ragione è necessario che l’operatore verifichi che siano presenti le condizioni favorenti e cioè che la persona sia in grado di utilizzare gli strumenti proposti nelle fasi precedenti e che sia attivata la compartecipazione nel percorso di cura.

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