L’incontro con l’altro

Tenersi per mano

L’incontro con l’altro, l’accoglienza….
Ci capita tutti i giorni di incontrare “l’altro” e il modo in cui avviene l’accoglienza colora l’esperienza.

Importante è come accogli, come crei quello spazio autentico. È uno spazio aperto dove ci si avvicina e ci si incontra senza forma, senza aspettative.
Si può sperimentare il senza tempo e spazio vivendo solo la presenza.
È importante riconoscere che in quel momento ci sei tu e l’altro.
Se ascolti attentamente riconosci quel quantum energetico che accomuna tutti, riconosci vibrazioni, luminosità e comprendi fino in fondo l’unicità di ognuno e la potenzialità dell’insieme.
Ecco perché tendiamo a stare con gli altri inconsapevoli di questa attrazione naturale che è più animica.

Più sei collegato al tuo Sé , alla tua anima , più riconosci queste sfaccettature e vivi una realtà di sintesi dove non c’è più necessità di vivere gli opposti, che sono presenti dentro di noi, e diviene canale intuitivo.
Nel centro non senti la necessità del legame e dell’attaccamento perché vivi la presenza e la bellezza della manifestazione.
Avverti il senso dell’impermanenza, dell’infinito che alterna momenti di presenza della forma e momenti di essenza pura senza forma.
Da quel centro vedi la bellezza del qui e ora e ogni cosa e avvenimento, è un’opportunità per conoscere e crescere.

Sai che nulla ti appartiene e tutto può essere condiviso perché ti è chiara la temporaneità breve dell’esistenza nella materia. Nasce la leggerezza interiore, e quanto intrattenere sia un aumento del peso specifico inferiore ed esteriore che ti allontana dal centro.
In quel centro vivi l’universalità e scopri che personalità e anima sono la stessa cosa, la personalità è il vestito che l’anima si è messa e I.A.R.A. è la sartoria che aiuta a ricordarsi della propria anima che ogni giorno usa vestiti diversi per manifestarsi.
Lo sguardo verso l’anima è fondamentale per ritrovare quell’unione che è stata il motivo della manifestazione.

C’è una parte del cervello che ci aiuta a raggiungere questo stato, in parte è ancora da scoprire.
Diamo ancora molta importanza all’amigdala che è una struttura antica; ora è giunto il momento dell’evoluzione.
Gruppi di sinapsi evolutive aiutano alla disidentificazione dall’amigdala, che precedentemente era il governatore dell’essere, per potersi identificare nel punto più elevato della nostra mente intuitiva collegata ai piani sottili, all’amore e volontà universale, utilizzando l’amigdala come uno degli strumenti di manifestazione, che viene governata.

Come aiutare questo passaggio. Partendo da tutto ciò che è sul piano mentale, creazione di pensieri nuovi, uso delle qualità, cercare nell’altro quel punto luminoso, quella fiammella.
Guardate, una cosa molto semplice, è che dove ognuno è polarizzato, identificato nel guardare l’altro favorisce l’effetto specchio per l’altro, ovvero accendete i circuiti dell’altro. Ecco un nuovo lavoro. Polarizzatevi sempre sul punto più elevato della vostra mente e guardate l’altro da quella parte che è il supercosciente descritto da Roberto Assagioli.
L’altro che vi osserva accende anche in voi dei circuiti che domani vi accorgerete e potete trasformare con amorevolezza. Rimettete nell’orbita energia “Una” che è amore e volontà.
In questo modo l’amigdala funziona ugualmente ma non sarà colei che guiderà il vostro quotidiano. Si è studiato che l’emozione è più veloce del pensiero, è vero ma del pensiero concreto, non di quell’astratto, perché non si sa ancora come registrarlo. Se non togliamo lo sguardo dal vecchio non intuiamo il nuovo. Il pensiero astratto è più veloce dell’emozione perché è in collegamento con l’Uno che non è nel tempo né nello spazio per cui è presente sia nel passato che nel futuro perché precede la manifestazione.

Finché diamo attenzione ai vecchi meccanismi ci sfugge come evolvere velocemente. I giovani stanno arrivando pronti. Il loro problema è trovare chi li accompagna a mantenere i veicoli attivi.
L’uomo è riuscito in parte a comprendere e a creare tecnologie veloci evolute che richiedano manualità per usarle. Questo e un po’ il limite, si sta spegnendo l’intuizione e la creatività spontanea attraverso l’uso compulsivo degli strumenti.
Necessita creare piccoli gruppi di discussione, di confronto, liberi di parlare anche dell’illogicità per scardinare le cristallizzazioni.
Ecco perché e importante il risveglio per permettere il cambiamento.

Non lasciamo in mano di pochi il potere, divulghiamo più che possiamo il risveglio, attraverso la conoscenza e lo sviluppo della consapevolezza. Togliamoci i vestiti e riscopriamo la bellezza dell’Uno che c’è e della scintilla Divina che ci appartiene.

Uniamoci in gioia e avanziamo, consapevoli che possiamo fare la differenza nel nostro luogo.
Rivisitiamo i modelli di vita che stiamo facendo e ogni giorno lasciamo andare un pezzo vecchio per dare spazio al nuovo, fosse anche un’abitudine o l’utilizzo di un oggetto.
Questo ci aiuta a cambiare, ad alleggerirci per riprendere quel centro che è il Tutto.

Chi non è pronto aiutiamolo e guardiamolo con gli occhi dell’anima e non insistiamo, importante è il rispetto delle modalità e del tempo dell’altro.

Della Dott.sa Anna Maria Padovan

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *